“Il lavoro in provincia tra tensioni culturali e strumenti operativi adeguati” - il convegno di Job Club mette al centro il futuro del lavoro
- sechi648
- 1 ott
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BUSTO ARSIZIO, 26 SETTEMBRE 2025 – Non solo numeri e statistiche: il mondo del lavoro è fatto di persone, relazioni e cambiamenti che attraversano territori e comunità. È da questa consapevolezza che nasce il convegno “Il lavoro in provincia tra tensioni culturali e strumenti operativi adeguati”, ospitato venerdì 26 settembre 2025 nello spazio Fili Urbani di Busto Arsizio, all’interno del progetto Job Club.
Un appuntamento che ha visto dialogare realtà diverse – giornalismo economico, sindacati, imprese, studi legali e media locali – con un obiettivo chiaro: capire insieme come affrontare le sfide del presente e immaginare le opportunità del futuro.
Un’apertura con lo sguardo all’Europa
A inaugurare i lavori è stato Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore. Con un’analisi lucida e ampia, ha messo in relazione il contesto italiano con quello europeo, sottolineando come la competitività e la capacità di innovazione siano oggi determinanti per la tenuta dei sistemi occupazionali.
“Servono politiche coraggiose – ha evidenziato Tamburini – che non lascino indietro le nuove generazioni e che puntino sull’occupabilità come leva centrale per lo sviluppo.”
Un incipit che ha subito tracciato la rotta della giornata: il lavoro non come tema isolato, ma come questione che attraversa economia, formazione e politiche sociali.
Il ruolo dei sindacati e delle imprese
Dopo l’intervento introduttivo, la parola è passata a Pino Pizzo, segretario della CGIL di Busto Arsizio, che ha offerto una panoramica concreta sulle dinamiche della contrattazione di secondo livello nelle imprese varesine. Una riflessione che ha portato al centro le condizioni di lavoro e la necessità di strumenti contrattuali capaci di rispondere alla complessità dei contesti produttivi locali.
Il punto di vista delle imprese è arrivato invece da Ernesto Di Seri, senior professional di Confindustria Varese, che ha ribadito l’importanza di un dialogo costante tra aziende, istituzioni e forze sociali. “Solo creando ponti tra domanda e offerta di competenze – ha spiegato – si può dare una risposta concreta al mismatch che frena la crescita del territorio.”
Due interventi che hanno fatto emergere una consapevolezza comune: il futuro del lavoro si costruisce insieme, e solo il confronto tra i diversi attori può portare a soluzioni condivise.
La prospettiva giuridica: orientarsi nella complessità
Non meno importante il contributo dell’Avv. Giacinto Favalli dello studio Trifirò & Partner, che ha portato l’attenzione sul piano normativo e contrattuale. Il diritto del lavoro, ha sottolineato, è un terreno in continua evoluzione, e per cittadini e piccole imprese può rappresentare un vero e proprio labirinto.
Da qui l’importanza della consulenza e dell’orientamento come strumenti fondamentali per accompagnare chi si trova a dover prendere decisioni cruciali in un contesto in costante cambiamento.
Trend globali e prospettive locali
A tirare le fila della giornata è stata Chiara Milani, giornalista di Rete55, che ha portato lo sguardo sui trend emergenti del mondo del lavoro. Dalla digitalizzazione ai nuovi modelli di organizzazione, dalle competenze trasversali alle sfide della sostenibilità, Milani ha evidenziato come il locale e il globale siano sempre più intrecciati.
Un messaggio chiaro: per capire davvero il futuro del lavoro bisogna guardare oltre i confini, ma senza mai perdere di vista il tessuto sociale e produttivo del territorio.
Un dibattito che lascia traccia
Il convegno ha avuto anche una buona visibilità mediatica, grazie alla copertura di IlBustese, VareseNOI e della rete televisiva Rete55, che hanno rilanciato i contenuti emersi nel dibattito.
Più che un singolo appuntamento, l’iniziativa si è rivelata un tassello importante del percorso di Job Club, che continua a proporsi come luogo di confronto e di elaborazione collettiva sulle trasformazioni del lavoro.



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